Voglio andare a riempire il mare,
che steso al sole sta ad asciugare,
con l’inganno delle sirene in canto,
con i sassi stretti in pugno mai scagliati
e con le parole mutate in mosaici di vetro,
frantumati sotto i denti.
Aspetterò l’onda perfetta
e arriverà inarcandosi a ponte.
L'accoglierò come docile amante
- lingua d'orizzonte –
fluida e piena, dentro la mia bocca
e godrò del sapore di verità inabissate.
Mi lambirà l’azzurro bacio
fatto di labbra d'acqua e cielo
e m’accadrà forse di volare o, chissà…
forse, resterò per sempre lì ad annegare.
Micol
TRA LA SETA E LE ROSE
E’ un pensiero
che non nuoce
vive di se e non scuce
i fili intessuti
di colori e luce.
Tra il sorriso e il pianto
incanta col suo canto
di carezze implose
tra la seta e le rose
Micol
E’ un pensiero
che non nuoce
vive di se e non scuce
i fili intessuti
di colori e luce.
Tra il sorriso e il pianto
incanta col suo canto
di carezze implose
tra la seta e le rose
Micol
NINFEE
La punta non scorre, d’inchiostro si è spenta
sul calice vuoto della perduta innocenza
e i giorni imitandosi corrono ciechi,
inseguendo menzogne per sfidare la morte.
Dio! Quanto vorrei arginare lo sdegno
e lasciare che scivoli,
tra stelle rosse che forano il grigio,
in quello sguardo aperto sul mattino.
La goccia continuerà a cadere in limpida perla,
raccolta in vasi di liquidi palmi
e sullo specchio di stagno potrei svelarmi,
libera di stupore sopra il volto lunare
della grazia mesta delle ninfee in fiore.
Micol
La punta non scorre, d’inchiostro si è spenta
sul calice vuoto della perduta innocenza
e i giorni imitandosi corrono ciechi,
inseguendo menzogne per sfidare la morte.
Dio! Quanto vorrei arginare lo sdegno
e lasciare che scivoli,
tra stelle rosse che forano il grigio,
in quello sguardo aperto sul mattino.
La goccia continuerà a cadere in limpida perla,
raccolta in vasi di liquidi palmi
e sullo specchio di stagno potrei svelarmi,
libera di stupore sopra il volto lunare
della grazia mesta delle ninfee in fiore.
Micol
(AUTRICE QUINTANILLA SILVA L. P. "SORTILEGIO" TECNICA ENCAUSTO 2004)
ENCAUSTO
Nella dinamica esistenziale
dell'alchemica emozionale
l'empatica rivelazione
di émpito tracima
diluirò psicogenesi dentro fusa cera
e nell'intrinseco calore trasfigurerò
rimembranza su immortale encausto
Micol
ENCAUSTO
Nella dinamica esistenziale
dell'alchemica emozionale
l'empatica rivelazione
di émpito tracima
diluirò psicogenesi dentro fusa cera
e nell'intrinseco calore trasfigurerò
rimembranza su immortale encausto
Micol
AMORE CHE SEI
(tra le mani un libro di Pablo Neruda)
Amore che sei in un altro,altre mani, altre labbra e io
così immersa nel desiderio di quelle mani, di quelle labbra,
non ho scampo così distante e perduta
che ogni giorno va cercato tra le pieghe di un vestito.
Tra i capelli s'annoda la tua voce, ferma orologi e piani,
quando il soffitto piomba addosso con tutta la forza delle travi,
sopra il silenzio che sovrasta la dolcezza che ancora invade
lo spazio breve del tuo passaggio.
Penso a te che sei piedi, un passo dopo l'altro
su marciapiedi e scale, sei la porta che si apre su una stanza
il saluto che richiama la tua presenza.
Dello specchio nella notte che muore,
a ridosso delle rosee braccia dell'alba, diventa pelle il mio pensiero
che si tende sulla tua mano, la barba sul lavandino,
l'acqua che scorre sul tuo mattino.
Amore che sei, null'altro mi concedi se non il pensiero per esserti accanto
e io sono contenta così, quando m'illudo che nascondi in un sorriso
il ricordo del mio nome, in quegli istanti il conforto mi accarezza,
quando penso d'esistere almeno, dentro il tuo respiro sereno.
Micol
(tra le mani un libro di Pablo Neruda)
Amore che sei in un altro,altre mani, altre labbra e io
così immersa nel desiderio di quelle mani, di quelle labbra,
non ho scampo così distante e perduta
che ogni giorno va cercato tra le pieghe di un vestito.
Tra i capelli s'annoda la tua voce, ferma orologi e piani,
quando il soffitto piomba addosso con tutta la forza delle travi,
sopra il silenzio che sovrasta la dolcezza che ancora invade
lo spazio breve del tuo passaggio.
Penso a te che sei piedi, un passo dopo l'altro
su marciapiedi e scale, sei la porta che si apre su una stanza
il saluto che richiama la tua presenza.
Dello specchio nella notte che muore,
a ridosso delle rosee braccia dell'alba, diventa pelle il mio pensiero
che si tende sulla tua mano, la barba sul lavandino,
l'acqua che scorre sul tuo mattino.
Amore che sei, null'altro mi concedi se non il pensiero per esserti accanto
e io sono contenta così, quando m'illudo che nascondi in un sorriso
il ricordo del mio nome, in quegli istanti il conforto mi accarezza,
quando penso d'esistere almeno, dentro il tuo respiro sereno.
Micol
Non ho più occhi
ma solo nero asfalto che
in moto perpetuo scorre.
Incroci di memorie socchiuse
sotto palpebre stanche
precipitano gravitazionali
e su quel pavimento mobile
sfere d’acciaio rotolano.
Magnetizzate
da incognite variabili
su teoremi iperbolici
si rincorrono, pupille in_emozionali.
Micol
ma solo nero asfalto che
in moto perpetuo scorre.
Incroci di memorie socchiuse
sotto palpebre stanche
precipitano gravitazionali
e su quel pavimento mobile
sfere d’acciaio rotolano.
Magnetizzate
da incognite variabili
su teoremi iperbolici
si rincorrono, pupille in_emozionali.
Micol
Ansia che mi togli
Respiro che m’inspiri
Beatitudine m’infondi
Fiducia che mi cura
Micol
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