lunedì 14 novembre 2011

NON SPARATE SUL PIANISTA-IL DESTINO DELL'OMBRA-LIBERA DAI LACCI-SALINA INCOMPRENSIONE-VERTIGINE-MAESTRO ESTEMPORANEO

Domenica, 17 Maggio 2009


NON SPARATE SUL PIANISTA

Non c’è nessuno a cui posso raccontare la malinconia che mi assale,
gli amici vanno, inseguendosi nel traffico della città mentre io, sto qui china davanti al mio bicchiere colmo di perplessi
desideri riflessi, sopra specchi ingigantiti da occhi appannati.
A chi racconterò del mio cuore che sbanda in curva e vigile in controsterzo, con grande sforzo, cerco di ricondurlo per puro istinto di sopravvivenza dentro il rettilineo?
Non dirò più “ti amo!” con il trasporto del sorriso dei sogni allargati dentro un abbraccio caldo di sana e immaginifica follia.
Non c’è nessuno per dividere la lacrima sul piattino accanto al conto
ed il resto?
Lo lasciamo ad inceppare la lancetta che cammina sotto il dettato del tempo maestro, come mancia per il corretto servizio.
Ora che tutti sono via e sono sola con la mia malinconia, tiro su il bavero, indosso il cappello e mi volto un’ultima volta prima d’andar via.
Che strazio sentire ora quelle note che sfumano in un blues d'ebano e giada mentre fuori piove, mentre si bagna la mia anima.
Per favore non sparate sul pianista!
Suona con passione e sa vivere di qualche illusione, forse fuma e lavora troppo, ma ha stivali consumati perchè ha calpestato molte strade. 
In ogni angolo nascosto ha amato una donna. Ha annodato coi suoi respiri lunghi capelli, per poi fuggire via lontano in cerca di un'altra avventura.
Suona il suo pianoforte con l'anima a brandelli, perchè sente ancora il pianto di una donna che non riesce a dimenticarlo.
Non sparate sul pianista... chiedetegli piuttosto d'improvvisare, sarà lui, con il suo sorriso ad uccidervi.
Ho incontrato molti angeli nei miei giorni confusi ed inconcludenti, ma nessuno come lui, che cadendo nel regno degli uomini, della punta delle sue ali ne facesse penne per scrivere musica e poesia.

Micol



- 03 Jan 2008 : 21:53:17
Domenica, 17 Maggio 2009


Ti aspetto e ogni giorno
mi spengo poco per volta
e ho dimenticato il tuo volto.
Mi chiedono se la mia disperazione
sia pari alla tua assenza
no, è qualcosa di più:
è un gesto di morte fissa
che non ti so regalare.
A. Merini


IL DESTINO DELL'OMBRA

Non ti so dire se il salto nel buio mi abbia disorientato di più nel momento in cui ho deciso di seguirti in sentieri avventurosi o dopo, quando ho sentito d’aver perso ogni percezione spazio temporale e di essermi trovata in bilico fra il precipizio e il cielo.
Goffi salti e non più voli, talvolta così penosi da piegarmi le caviglie mi facevano sentire così patetica e schiava in un ruolo che annientava la mia identità.
Improvvisamente non mi riconoscevo, improvvisamente mi rendevo conto di assomigliarti sempre di più giorno dopo giorno, mentre seguitavo a camminare a tre passi dietro di te, come ombra.
Sì,anima dolce, perché ho il destino dell’ombra. 
Utile ed inutile al contempo. 
Quanti fanno mai caso alla propria ombra?
Tu ci fai mai caso alla tua? Se essa ti è accanto al tuo fianco mentre cammini, o ti appare alle spalle, oppure ti precede lunga e scura?
Le persone sole stanno sempre attente che la propria ombra non le abbandoni mai.
Si sentono sicure e protette quando questa le è accanto.
Non ti so dire se è stato proprio allora, quando ho scoperto che fra i miei passi diventava sempre più sottile la proiezione dell’ombra, che prima forte e sicura mi teneva il passo, che ho avuto veramente paura di perderti. Tanta paura d'aver voluto esorcizzarla perdendo me stessa da noi.
Mi sono sentita orfana e disperata allora ho valutato il suicidio dell’anima, gettandomi nel buio.
Quindi sono saltata giù, dal piano solido del mio amore per te, non ho voluto nemmeno attendere o accertarmi che tu provassi ad allungare una mano per salvarmi.
Non ho nemmeno atteso di donarti il mio ultimo sorriso.
Cadere è un volo inverso, terribile, spaventoso.
Ci sono attimi che non hai ricordi tanto fa paura il senso di vuoto e sale il dolore, l’angoscia, il senso di morte.
Avrei voglia di strapparmi i capelli, mentre attenta attraverso i marciapiedi abitudinari con espressione ibrida di contentezza e svagatezza sul volto, quando invece non ho più terra sotto i piedi.
Ma loro non lo sanno, nessuno lo sa, forse tu te lo domandi, non posso saperlo, solo illudermi che ancora tu ti chieda di me.
Forse non ricordi nemmeno più il mio nome.
Certe notti sogno d’essere impigliata fra i rami di un bosco tetro, ho freddo e grido il tuo nome, ma non mi esce alcun suono dalla gola, solo un gemito infantile e tragico intrappolato dentro.
La tua assenza, l’aver scelto di perderti è un continuo rumore di catene che mi ossessiona, tutto questo mentre cado giù nella notte più cupa fino a scomparire.
Perché io ho il destino dell’ombra e anche un’ombra per esistere ha bisogno della propria Luce.
Tu sei la fonte che illumina il mio cammino. Senza di te non esisterò più.

Micol
Domenica, 17 Maggio 2009
Dedicata a:




Libera dal catrame
che incollava le suole
ho sciolto i lacci
ora ritorno a volare


Mic
millestorie Posted - 31 May 2006 :  18:37:01

Domenica, 17 Maggio 2009


Ora che il vento s'alza
a liberare il tempo
oso cantare come sirene
di sotterranei anfratti

dalla marea lambite le sponde
della mia esistenza
trascinati i detriti
da confine a confine
per oltrepassare i miei occhi
e posarsi sulle nude spalle
bagnate di salina comprensione

può il mare alzarsi dentro di me?
infrangere argini e superare scogli?
può il mio amore essere dolore
che buca fondale sabbioso
in perpetuo scavare e ricoprirsi
chiudendosi sopra senza mai rimarginare?

Marea che ti alzi
sopra correnti sotterranee
conducimi a sprofondare
nel mistero di ciò che strugge

dopo di lui solo la morte
a spiegare questo tramonto
dopo di lui ceneri di parole
confusione e tempesta

alta marea ad annegare
perchè non so nuotare
ed è così lontano
da raggiungere ciò che bramo

bassa marea a riportare
corpi arenati avvinghiati
nell'estremo bisogno di essere
nell'amniotico liquido
che l'oltre ha vissuto
e sotto l'urto
come marea s'alza violenta
contro il cielo
per restituire a nuova vita

Millestorie  - Micol on 23 May 2006 08:30:25
partecipante al: 
SECONDO WEEK END POETICO

Dall'Incipit:

E' COME UNA MAREA. P.Neruda

"......Acqua delle risacche sulle vecchie orme,
sulle vecchie tracce, sulle vecchie cose,
acqua delle risacche che dalle stelle
s'apre come una rosa immensa,
acqua che va avanzando sulle spiagge come
una mano ardita sotto una veste,
acqua che s'inoltra in mezzo alle scogliere..."

Domenica, 17 Maggio 2009
VERTIGINE

L’ombra che lascia il sorriso
ha mutato oggi il mio viso

forse è l’età
se il piano retto della realtà
una vertigine ha fatto volteggiare
e non sono riuscita più ad arginare
la corrente in piena di quel che è stato
e quanto di me è tracimato


inaridita dall’ impietoso vigore
d'improbabili traiettorie d’amore

il dado ad alta quota ho lanciato
ma l’immensità mai più ha ricompensato

Micol



millestorie 
23 May 2006 11:12:29 


Martedì, 12 Maggio 2009


Gli spartiti vuoti della tua agenda
riempili con la mia iniziale.

Ascolta la nota greve di cui è piena
falla rimbalzare tra tasti e pareti.
Eco di promesse s'allargano fin l'alto   
dei soffitti bianchi.
Bianco che attende
d'essere sporcato a colori.
Radici, arterie, asfalto
e canali di comunicazione interrotta
gravano su spalle dolenti e tu
maestro estemporaneo
sei inciso a calcio sulla corteccia
che veste il tronco della quercia secolare.
Mi allungo verso un cielo mimetizzato
in rondini e stelle
diramando rami come mani
a gesticolare aerobiche e mimiche figure.
Forse scorgerai segnali di fumo.
Ergiti sopra l'alta cima di montagna
e  solleva lo sguardo sul mondo.
Ancora più su molto vicino alle nuvole
incita ed eccita le muse che hai imbavagliato
dirigi la tua sinfonia spiegando le lunghe braccia
come ali in estremità d'elegante movenza le tue mani.
Se è al silenzio che aspiri
immergiti solo per ascoltare e filtrare musica.
Ascolta.
Ascolta il vento che investe e sospinge.
Ascolta il mare che sovrasta con le sue maree.
Segui il ritmo e la forza.
Il respiro.
Il Ritmo.                                                        
La forza.

[Dissetati della mia Energia]

Piangi e ridi con me di quel che rinneghi
perchè sai d'essere l'Uno Unico nell'Universo.
Musico Pagliaccio dagli occhi languidi
ho visto dentro il tuo cuore l'Assolo concepire musica
e ne ho fatto il mio frutto proibito.
Ora mi è figlio.
Angelo Divino. Cascata pura di note delicate
fammi piangere si, ma di bellezza!

Micol


(1° stesura)
 



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