lunedì 14 novembre 2011

LUCE DI TE NEL BUIO-IO L'HO VISTO FRA FIORI...-NELLO SPAZIO SMARRITO DEI...-PUNTA AL CENTRO...-MUSICA MUSICA-UNICA VOCE-VENDEMMIA-

Domenica, 21 Giugno 2009




Io sono il buio che ti sta intorno. 

Spegni la luce amore mio, 
voglio vivere della mia essenza.
 Micol

Domenica, 21 Giugno 2009

IO L'HO VISTO FRA FIORI IMBEVUTI E SCOLORITI


Hai incontrato un angelo
ed eri distratto,
è comune,
non è un errore!
Capita, non fartene cruccio.
Era così etereo,
troppo da non esser visto,
chi poteva dire
di che colore avesse i capelli
e poi pioveva,
nessuno poteva davvero
testimoniare che stesse piangendo.
Fra ciottoli e cipressi,
come smarrito
fra gesti e rituali di vedove, orfani,
spose mancate e padri lacerati,
il suo passo trascinava pesante,
ma ad un tratto io l'ho visto
fra fiori imbevuti e scoloriti,
riflesso
sul vetro di fermo-immagini di vita
mentre alzava le braccia
e gridava al cielo
"sono solo un uomo"!
...ai suoi piedi, deposto aveva le ali.

Micol

Domenica, 21 Giugno 2009

NELLO SPAZIO SMARRITO DEI MIEI OCCHI
La pioggia cade da giorni e con essa il mio umore che non trova pace fra le mille domande che circolano senza sosta dentro questa testa troppo piena da far male.
Sono giorni che mi aggiro dietro il senso dei miei turbamenti, delle mie angosce e vorrei poter dare loro una fine o un fine per comprenderne la ragione.
Il mio mondo interiore è come un puzzle di esperienze vissute. Ogni tessera ha un volto, un profilo che le identifica, ma spesso non sembra completare l'immagine o manca di qualche piccolo tratto che caratterizzi quel preciso momento.
Così giorno per giorno alle tinte forti ho sostituito quelle più tenui e il ritratto è apparso sempre meno nitido, ed insieme a tanto altro, tu.
Tu che hai dato un senso alla mia vita quando sembrava che io fossi altro che non facesse parte di te, hai finito per uscire dal piano dei miei giorni reali per trasferirti nei ricordi.
Sai di che parlo, quei ricordi che pur essendo collocati in un passato prossimo, via via ti rendi conto che il remoto sembra ancora troppo vicino.
Non ho alcun rimpianto. Ho vissuto con te e per te quel che il tempo ci ha donato, ci ha resi partecipi dello stesso atomo d'aria poi ... poi…
C'è forse un seguito? a che scopo dare un seguito quando i sentimenti si sono assopiti in un sonno vecchio di secoli, a che scopo provare nostalgia o dolore quando non si ha più la percezione del passato, tanto meno del futuro?
Non ho mai parlato d'amore, fra queste mie parole, perchè oggi non so più che significato ha avuto la nostra esperienza, se non il grido soffocato delle mie sole necessità mai ascoltate.
Oggi non posso ascoltare le tue.
Non abbraccio più i tuoi bisogni da assecondare.
Desidero che a farmi compagnia sia la mia sola gioia di svegliarmi stupita e curiosa davanti ad un nuovo giorno e il mio solo tormento di superare le notti.

Non mi rimangono che poche parole da dedicarti.
Il ricordo non basta più a far mutare la cenere depositata dentro un ritorno atteso in fiamma.
Ho pensato mi desse speranza, invece alle scuse che inventavo per non ferirmi oltre, la rassegnazione ha messo radici, non ce la faccio più e chiudo tutte le porte e spengo le candele, non ho voglia di atmosfera e musica. Le tue carezze sul mio corpo stanno svanendo ad ogni colpo di spugna, e le mie labbra hanno come unico bacio quello dello stelo di un rossetto.
Ora, senza dirti addio, nell’incolore del mio cuore che tace ti restituisco alla tua vita, lasciando che tu sia presente giusto il tempo di un battito di ciglia, nello spazio smarrito dei miei occhi.

Micol

Domenica, 21 Giugno 2009
PUNTA AL CENTRO, DENTRO IL SUO CUORE
Scaglia il tuo gemito blu
sulla tela consunta di seta fine e di tulle,
e al centro, fendi la traccia rossa,
punta al centro, dentro il suo cuore.
Dipingi futuro dove non ti ha toccato o mai baciato
e dimentica quelle parole che erano per te,
solo per te,
come unghie affilate sulla schiena.
Ignora i suoi abiti sul letto di ghiaccio
non pensare alle sue labbra,
come fiume riarso erano oramai .
Dopo la guerra rimarrai a contare
ma in quel frattempo mai avrai dimenticato
quel sorriso, che ti guarda, bambino,
e getterai via prospettive di limo
solo per lui, inventerai un cielo giardino.


Micol


*dedicata*
Domenica, 21 Giugno 2009



Musica musica musica

entra dentro riempimi, colmami, inondami,

spegni le fiamme,

arresta l’emorragia che sgorga a fiotti inarrestabile.

Curami e poi senza pietà finiscimi.

Figlia, madre, sorella, amante di notti lunghe e solitarie.

Mostrami la strada dei sogni perché ho pugni vuoti.

Srotola le note in nastro isolante, lega questo corpo,

involucro di sola fragilità.

Musica 
musica musica

luce nel buio, nostalgie e bisogni,

piegata sotto la carezza

di quelle fredde mani di marmo,

chi ha voluto vedere veramente oltre

il vestito caduto ai miei piedi?

E sono Polvere nella polvere, particella invisibile.

Mi fermo a pensare a quei volti e nomi

trasportati su scale mobili, accompagnati verso check-in,

viaggiatori verso scenari troppo distanti da qui.

Eccomi immobile dietro vetri immensi,

impotente,

come quella bambina che aspettava di essere presa fra le braccia.

Sono in bilico sulla linea di non ritorno,

non c’è tempo per il rimpianto,

attraverso e scivolo giù sopra una nuova melodia

e l’irraggiungibile esplode in me in mille schegge di vetro,

dilaniata in musica, arco riflesso del suo sapore di pace e di vento.

Micol

Domenica, 21 Giugno 2009



Io che desideravo carezze
perquisendo il profondo
non ho trovato certezze
in questo disordinato mondo.

 I silenzi hanno avvolto
in espanso duro fremito,
ogni tratto del mio volto
ad indugio sull’indomito.

Sotto la coltre pesante,
 a celare l’invadenza,
unica voce narrante
del tangibile, è l’assenza

Micol

Domenica, 21 Giugno 2009
VENDEMMIA
Mani vuote attendono vendemmia
tra gli aggrovigliati tralci
dei nostri sospirati abbracci,
l’orma affonda, passaggio su zolle settembrine,
nel terreno pregno da diluvi d’incessante cielo.

Scalzata dai sandali correrò verso un solo tramonto,
sotto pergolati mesti del perduto frutto
ad ammostare con piedi vivaci liquido rubino
sollevando la gonna sopra lo specchio dei tuoi occhi.

Fermenterà il tempo dell’attesa
sulle stagioni che spogliano la vite
per accogliere, dentro letto di cristallo,
quel che fra le labbra serravo bruno acino
e mi offrirai dalle tue, calice colmo di dolce vino.

Micol


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